Secondo lo psicologo americano Albert Meherabian, il linguaggio del corpo costituisce il 93 per cento della comunicazione umana. Charles Darwin fu il primo studioso a parlare di una connessione tra la componente emotiva e le espressioni facciali.

Il padre della teoria dell’evoluzione sosteneva che tali espressioni si verifichino a causa di una variazione dello stato interno di una persona e per un adattamento agli impulsi esterni dati dall’ambiente circostante. Da queste osservazioni sono proseguite le ricerche effettuate dallo psicologo americano Paul Ekman che dopo molti anni di studi ha messo a punto un dettagliato codice denominato FACS (Facial Action Coding System) che, appunto, stila una minuziosa casistica delle espressioni, in collegamento con le emozioni umane.

E, dopo il grande successo delle serie televisive “Lie to me” e “Mentalist”, molte persone hanno compreso che per poter capire gli altri è necessario conoscere almeno una base di tali dinamiche: perché ciò che non riusciamo a comprendere tramite le parole, possiamo invece riuscire a percepirlo osservando i movimenti del corpo e del viso. Utilizzando queste metodiche con costanza, entreranno a far parte della nostra quotidianità e saremo estremamente facilitati nei rapporti interpersonali sia in ambito privato che professionale.
Stai dialogando con una persona e questa si tocca il naso, si gratta la nuca, oppure giocherella con l’orologio: che ti sta dicendo???
Sei una donna o un uomo d’affari e vorresti capire meglio il perché alcuni clienti non ti hanno firmato un contratto, quando tutto sembrava già fatto, oppure se i tuoi collaboratori ripongono davvero fiducia in te???

Innanzitutto, partiamo da un presupposto: ...non si può "non comunicare"!

Se provate a pensare a questa frase e al messaggio che vi è insito, non potrete far altro che esserne d’accordo. Ogni giorno e in ogni momento noi comunichiamo. Qualsiasi cosa diciamo, o qualunque movimento facciamo, comunichiamo qualcosa. Anche quando non parliamo e stiamo immobili comunichiamo qualcosa. Gli altri si chiederanno: “Perché non parla? Cosa sta pensando? E’ timido? Cosa vuole comunicarmi?”.

Proprio così, “cosa vuole comunicarmi?”.

Chissà quante volte l’avrete pensato del vostro partner, di vostro figlio o anche di un cliente: “Non parla perché è arrabbiato? E’ un modo di farmi capire che ho sbagliato, oppure di acconsentire?”. Pertanto, che si voglia o no, si "comunica" qualcosa!

 

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